Auschwitz, l'Inferno nel cuore dell'Europa

Pubblicato il 27 gennaio 2025 alle ore 22:19

Auschwitz, il luogo dove l'umanità è stata ridotta in cenere, dove il silenzio delle vittime grida un dolore che il tempo non potrà mai cancellare.

Ho visitato il complesso di Auschwitz I e Auschwitz II - Birkenau per ben due volte, la seconda volta a distanza di qualche anno dalla prima.

Nei miei viaggi raramente visito un luogo più volte, l'ho fatto quando qualcosa mi ha affascinato e meravigliato.

Ma un campo di concentramento non è un luogo che ti affascina e ti meraviglia, è un luogo da conoscere, da comprendere, ed io sentivo l'esigenza di tornare.

Ammetto di averci pensato qualche anno prima di decidere di tornare ad Auschwitz per la seconda volta, perché è stata un'esperienza emotivamente molto provante.

Ricordo esattamente la sensazione che mi ha suscitato, è un qualcosa che ti rimane dentro, un senso di orrore, di tristezza, di incredulità.

La prima visita, a marzo 2018, la ricordo come un'esperienza sconvolgente, in cui le emozioni hanno avuto il sopravvento sulla ragione.

Ma forse ad Auschwitz la ragione non c'è mai stata.

 

Ricordo il freddo gelido che ti entrava nelle ossa, strade ricoperte di neve e lastre di ghiaccio.

 

Il silenzio assordante.

Quella percezione della morte, presente ed invadente.

 

In questo luogo surreale e spaventoso io mi sentivo fortunata: indossavo un lungo piumino e calde scarpe , sciarpa e guanti di lana... io ero solo una spettatrice.

Nella seconda visita, ad ottobre 2023, ho visitato i campi con la consapevolezza di sapere a cosa stavo andando incontro.

Ero, infatti, perfettamente consapevole di visitare, di nuovo, luoghi di sofferenze atroci, di disumanità inaudita, di violenza feroce ed ingiustificabile.

Stavo visitando, di nuovo, l'Inferno.

Arbeit Mach Frei

Il lavoro rende riberi... questa è l'insegna, posta sopra il cancello del complesso di Auschwitz I, che accoglie gli ignari visitatori.

 

La scritta è stata ideata dall'SS-Sturmbannführer Rudolf Höss, primo comandante responsabile del campo.

Sembra che il fabbro che la costruì , un dissidente politico polacco di nome Jan Liwackz, detenuto con numero di matricola 1010, l'avesse fatta saldando la lettera "B" al contrario come segno di protesta, in quanto conscio di quale sarebbe stata la vera funzione del campo di Auschwitz.

 

Ed è superando questo cancello che si entra in una dimensione assurda, inconcepibile per la mente umana, eppure così vera da far rabbrividire.

Il Museo statale Auschwitz-Birkenau

Il complesso dei campi di concentramento e sterminio sono divenuti, dal 1979, "Museo Statale di Auschwitz-Birkenau", Patrimonio Mondiale dell'Unesco.

Il patrocinio mondiale permette di conservare e mantenere i costi di ristrutturazione del complesso, al fine di mantenere viva la memoria.

L'ingresso, se qualcuno se lo stesse chiedendo, è completamente gratuito.

Il complesso dei campi di Auschwitz

Auschwitz é stato un vasto complesso di campi di concentramento e di sterminio situato nelle vicinanze della cittadina polacca di Oświęcim (in tedesco chiamata Auschwitz).

Oltre al campo originario, denominato Auschwitz I, durante il periodo dell'Olocausto nacquero diversi altri campi del complesso, tra cui il famigerato campo di sterminio di Birkenau (Auschwitz II), situato a Birkenau (in polacco Brzezinka), il campo di lavoro di Monowitz (Auschwitz III), situato a Monowitz, (in polacco Monowice), dove venne deportato Primo Levi, ed altri 45 sotto-campi costruiti durante l'occupazione tedesca della Polonia.

 

Il complesso dei campi di Auschwitz, il più grande mai realizzato dal nazismo, divenne rapidamente il più efficiente centro di sterminio della Germania nazista.

Auschwitz, nell'immaginario collettivo, è diventato il simbolo universale del lager, nonché sinonimo di "fabbrica della morte", realizzato nel cuore dell'Europa orientale del XX secolo.

Auschwitz I, il campo di concentramento

Era il "Konzentrationslager", il campo di concentramento.

Il complesso era composto da edifici costruiti in mattoni, disposti intorno a un cortile centrale, che facevano parte di un ex caserma militare polacca, trasformata in struttura di detenzione nel 1940.

Il 14 giugno 1940 è la data in cui vennero deportati i primi prigionieri nel campo: un gruppo di 728 prigionieri politici polacchi, provenienti da Tarnów,  vennero imprigionati allo scopo di utilizzarli  come manovali al riadattamento delle caserme danneggiate dai bombardamenti e alla costruzione delle recinzioni perimetrali.

Inizialmente gli internati furono intellettuali e membri della resistenza polacca; più tardi vi furono deportati anche prigionieri di guerra sovietici, criminali comuni tedeschi, prigionieri politici ed "elementi asociali" come mendicanti, prostitute, omosessuali, testimoni di Geova ed ebrei.

 

Con il tempo, divenne il cuore amministrativo di un sistema infernale di sterminio.

Il campo serviva non solo come luogo di internamento e tortura, ma anche come simbolo della brutale politica nazista di deumanizzazione e morte.

I blocchi

Ogni blocco aveva una funzione specifica e le condizioni di vita erano estremamente dure.

Il campo era suddiviso in diverse aree con diverse finalità, che riflettevano l’organizzazione sistematica e la brutalità del regime nazista.

 

Blocco 1: Uffici amministrativi e di controllo. Qui si trovavano gli uffici delle SS e altre autorità naziste che supervisionavano il funzionamento del campo e la registrazione dei prigionieri.

 

Blocco 2: Accoglienza dei nuovi arrivati. I prigionieri venivano registrati, denudati e rasati prima di essere distribuiti nei vari blocchi, spesso con un trattamento disumano.

 

Blocco 11: Il “Blocco della morte”. Era il centro delle torture, delle punizioni e degli interrogatori. I prigionieri che venivano condannati a morte o che tentavano di fuggire venivano spesso giustiziati qui, tramite fucilazione o impiccagione.

 

Fu nei sotterranei del Block 11 che venne sperimentato per la prima volta, il 3 settembre 1941, il gas Zyklon B  dal vicecomandante del campo Karl Fritzsch, per l'uccisione di 850 prigionieri. Questo gas aveva un diverso utilizzo, veniva normalmente usato come antiparassitario, prima di essere impiegato su vasta scala per il genocidio ebraico.

 

Blocco 7: Un altro blocco di punizione, in cui venivano tenuti prigionieri in condizioni disumane, senza cibo e con trattamento violento, per chi cercava di ribellarsi o disobbedire agli ordini.

 

Blocco 10: Un’area dedicata alle esperimentazioni mediche, dove il dottor Mengele e altri medici nazisti condussero esperimenti atroci su prigionieri, in particolare su donne e bambini, senza alcun rispetto per la vita umana.

 

Blocco 8 e 9: Uffici di controllo, ma anche zone di punizione e smistamento. I prigionieri venivano sottoposti a lavori forzati, a lavori di scavo o altre attività manuali per sostenere il campo o l'industria bellica.

 

La disposizione dei blocchi rifletteva l’intento sistematico del campo di concentramento: annientare lentamente l’individuo, sia fisicamente che moralmente.

La funzione di Auschwitz I

Contrariamente a quanto rappresentato in alcuni film, la maggior parte dei prigionieri ebrei non era detenuta nel campo di Auschwitz I.

 

Gli internati vivevano in baracche chiamate Block dotate di letti a castello a tre piani di tipo militare; le condizioni di sovraffollamento di queste, spesso utilizzate al doppio della capienza massima, costringevano i prigionieri a dividere un pagliericcio in due o più, favorendo la trasmissione di parassiti e germi, che aumentavano le già elevate possibilità di infezioni e malattie.

 

Gli ebrei, nella scala sociale del campo, erano all'ultimo posto e ricevevano il peggior trattamento.

Tutti gli internati avevano l'obbligo di lavorare (quelli inabili al lavoro venivano invece uccisi subito, appena arrivati nel campo); gli orari variavano a seconda delle stagioni, ma si assestavano su una media di dieci o undici ore di lavoro giornaliero.

Una domenica ogni due, tranne per chi lavorava presso aziende belliche che funzionavano a ciclo continuo, era considerata giorno festivo e dedita ai lavori di pulizia e manutenzione del campo e all'igiene personale dei detenuti.

Le disumane condizioni di lavoro, le scarse razioni di cibo e le condizioni igieniche pressoché inesistenti portavano rapidamente i detenuti alla morte.

Le SS selezionarono alcuni prigionieri, spesso criminali comuni di origine tedesca o ariana (e quindi appartenenti alla "razza superiore"), come supervisori per gli altri detenuti.

Tali supervisori, chiamati Kapo, si macchiarono, nella maggior parte dei casi, di orrendi crimini, abusando del proprio potere e divenendo così complici dei propri carnefici.

Auschwitz II - Birkenau, il campo di sterminio

Era il "Vernichtungslager", il  campo di sterminio, l'immenso lager nel quale persero la vita oltre un milione e centomila persone, in stragrande maggioranza ebrei, russi, polacchi, prigionieri di guerra, omosessuali, oppositori politici, testimoni di Geova e persone di etnia rom e sinti.

Se Auschwitz I era il cuore amministrativo e di detenzione, Birkenau era il luogo in cui avveniva la sistematica uccisione dei prigionieri.

Birkenau fu il principale campo di sterminio del complesso concentrazionario di Auschwitz.

Per costruire il campo furono espropriate e distrutte le abitazioni del villaggio di Brzezinka, per poi ricavarne poi materiale da risulta per il lager.

 

Le dimensioni di Birkenau erano immense: circa 2,5 km per 2 km; il campo era circondato da filo spinato elettrificato.

Ogni giorno moltissimi prigionieri, stremati dalle impossibili condizioni di vita, a volte peggiori di quelle di Auschwitz e di Monowitz, andavano a gettarsi sul reticolato ad alta tensione per porre fine alle loro sofferenze; era la morte "svelta e dolce", chiamata dai nazisti, nel gergo del campo: «andare al filo».

 

Io sarei "andata al filo" subito, senza pensarci.

Ma a posteriori sembra una scelta facile...

Birkenau era in assoluto il più esteso Konzentrationslager.

Il campo, situato nell'omonimo villaggio di Brzezinka, distava circa tre chilometri dal campo principale e fu operativo dall'8 ottobre 1941.

 

Il luogo fu selezionato per la vicinanza della linea ferroviaria, che avrebbe semplificato le operazioni logistiche per le previste grandi deportazioni successive.

Successivamente, il campo fu utilizzato come strumento principale di sterminio nel contesto della tristemente famosa soluzione finale della questione ebraica.

 

Il libro Mein Kampf, pubblicato da Hitler nel 1925 e considerato una sorta di manifesto dell'ideologia nazista, oltre a propugnare l'espansione territoriale del Reich tedesco verso est, una visione politica primitiva e brutale, un regime totalitario di tipo fascista e ispirato al culto della razza, esprimeva anche una forma di antisemitismo radicale, ma non conteneva la prefigurazione di uno sterminio degli ebrei.

 

Arrivò a contare fino a oltre 100 000 prigionieri contemporaneamente presenti.

 

I prigionieri arrivavano principalmente con i treni, in un viaggio che rappresentava già un’anticipazione dell’orrore che li attendeva.

Durante il trasporto, le persone venivano stipate in vagoni merci, senza cibo, acqua né condizioni igieniche, e molti morivano già durante il viaggio, a causa delle condizioni disumane.

Una volta arrivati, venivano separati in base a età, sesso e stato di salute; venivano selezionati e quelli considerati «inabili al lavoro» , soprattutto anziani, donne e bambini. venivano condotti direttamente alle camere a gas e immediatamente assassinati.

Era dotato di quattro grandi crematori e di «roghi», fosse ardenti ininterrottamente giorno e notte, usate per l'eccedenza delle vittime che non si riusciva a smaltire nonostante le pur notevoli capacità distruttive delle installazioni di sterminio.

Il campo arrivò a contenere fino a 100 000 persone internate in diversi settori, completamente separati tra loro e senza alcuna possibilità di comunicazione tra un campo e l'altro:

 

Settore B-I-a, campo femminile:

Dall'agosto 1942, vennero internate in questo settore donne ebree e non ebree deportate da diverse nazioni insieme ai loro figli.

Nel luglio 1943, con l'arrivo di sempre nuovi trasporti, il campo fu ampliato fino a occupare il settore B-I-b, che precedentemente era occupato dal campo maschile.

Nel novembre 1944 il campo fu liquidato, alcune donne e bambini furono trasferiti al settore B-II-e, le altre donne "abili al lavoro" al settore B-II-b.


Settore B-I-b:

Dal marzo 1942 furono internati in questo settore uomini ebrei e non ebrei deportati da diverse nazioni.

Nel luglio 1943 gli uomini furono trasferiti al settore B-II-d a causa della necessità di ampliare il settore femminile contiguo (settore B-I-a).


Settore B-II-a: Il campo di quarantena o Quarantänelager 

Dall'agosto 1943 al novembre 1944 in questo settore furono rinchiusi uomini ebrei e non ebrei durante il periodo di quarantena, necessario a identificare coloro che avrebbero potuto essere affetti da malattie contagiose. 

Il campo di quarantena era inoltre utilizzato dalle autorità del campo, per "iniziare" gli internati alla dura vita del campo, terrorizzandoli, e abituarli all'obbedienza indiscussa di ogni ordine impartito.

A partire dall'aprile 1944 in alcune baracche furono trasferiti uomini e donne ammalati, rigidamente segregati, da altri settori del campo.


Settore B-II-b, campo per famiglie di Theresienstadt o Familienlager Theresienstadt 

Questo settore fu occupato da famiglie ebree provenienti dal campo di concentramento di Theresienstadt nel periodo tra il settembre 1943 e il luglio 1944 quando il campo per famiglie fu "liquidato" e i suoi occupanti furono sterminati.

Successivamente, il settore fu occupato da donne polacche provenienti dai rastrellamenti seguiti all'insurrezione di Varsavia.

Il settore, nel novembre 1944, fu inoltre occupato dalle poche scampate alla liquidazione del settore B-I-a.


Settore B-II-c, campo di transito o Durchgangslager

In questo settore, dal maggio al novembre 1944, trovarono temporanea collocazione le donne ebree provenienti dall'Ungheria in previsione di essere inviate al lavoro presso altri settori di Auschwitz o altri campi.

Le donne rinchiuse nel settore non furono registrate sui registri ufficiali del campo per essere poi mandate al lavoro oppure, in molti casi, alla morte senza lasciare traccia.

A partire dall'ottobre 1944 questo settore fu occupato anche dalle poche donne scampate alla liquidazione del settore B-III (Mexico).


Settore B-II-d, campo maschile o Männerlager

Dal novembre 1943 al gennaio 1945 fu il principale campo maschile (per ebrei e non ebrei) di Birkenau.


Settore B-II-e, campo per famiglie zingare o Familienzigeunerlager

Dal febbraio 1943 all'agosto 1944 fu il campo di internamento per le famiglie zingare deportate. In questo settore le continue epidemie e le condizioni alimentari e igieniche inesistenti compirono una terribile falcidia; i pochi sopravvissuti furono inviati alle camere a gas nell'agosto 1944.

A partire dal maggio 1944, alcuni uomini ebrei furono rinchiusi in baracche isolate del settore, come riserva di manodopera, in maniera simile a quello che avvenne per le donne nel settore BIIc (Durchgangslager).


Settore B-II-f, ospedale o Häftlingskrankenbau (chiamato dai deportati, ad esempio Primo Levi, anche Ka-Be)

A partire dal luglio 1943 fino al gennaio 1945, fu l'ospedale per i prigionieri maschi, spesso chiamato "anticamera del crematorio" a causa dell'elevatissimo numero di ammalati che morivano per le selezioni periodiche e le inesistenti cure sanitarie.

Nell'ospedale furono pure portati a termine "esperimenti medici" su cavie umane da parte del personale medico delle SS.


Settore B-II-g, deposito (Effektenlager) o Kanada

Il settore, operativo dal dicembre 1943, era destinato allo stoccaggio e al successivo invio in Germania dei beni di proprietà dei deportati.

Nel gennaio 1945, durante l'abbandono del campo, le SS cercarono di nascondere le tracce dei loro crimini, bruciando le baracche del Kanada.


Settore B-III, campo di transito (Durchgangslager) o Mexico

La costruzione del settore incominciò alla fine del 1943 e proseguì fino all'aprile 1944, anche se non fu mai completata.

Almeno 10 000 internate ebree furono rinchiuse nel campo incompleto dal giugno 1944 al novembre dello stesso anno spesso senza neppure un ricovero, in terribili condizioni.

Molte furono selezionate per l'invio alle camere a gas, altre trasferite nel settore B-II-c (ottobre 1944), altre ancora trasferite presso altri campi.

Nel novembre 1944 le autorità del campo decisero lo smantellamento del settore: i materiali recuperati furono inviati presso il campo di concentramento di Gross-Rosen.
Lo scopo primario del campo era l'eliminazione di massa.

Vi si trovavano quattro camere a gas con annessi crematori.

L'eliminazione ebbe inizio nella primavera del 1942.

 

Nelle baracche di Birkenau venivano condotti esperimenti su cavie umane.

Una targa recita: 

" In questa baracca, dalla fine del 1942, uomini e donne, quasi tutti ebrei, furono sottoposti a esperimenti criminali di sterilizzazione condotti da medici nazisti: il prof. Carl Clauberg e il dottor Horst Schumann."

La maggioranza dei prigionieri morì o durante gli esperimenti o per le loro conseguenze.

Auschwitz III - Monowitz, il terrificante campo di lavoro

Era l' "Arbeitslager", il campo di lavoro.

Sorgeva nei pressi del complesso industriale Buna Werke per la produzione di gomma sintetica, proprietà dell'azienda I.G. Farben che, nonostante l'impegno profuso, non entrò mai in produzione.

Il campo, situato a circa tre chilometri da Auschwitz, fu operativo dal 31 ottobre 1942 e alloggiò fino a 12 000 internati, tra cui Primo Levi.

 

Il campo di Monowitz nacque allo scopo di accentrare manodopera a basso costo per il grande impianto chimico Buna Werke, allora in costruzione, evitando lunghe marce tra il campo principale e il sito in costruzione e aumentando così la produttività.

La Buna Werke, proprietà della IG Farben, era un complesso destinato alla produzione su vasta scala di gomma sintetica (Buna, dal quale il nome del complesso), benzina sintetica e altri sottoprodotti del carbone.

Nonostante i grandi sforzi compiuti, che causarono la morte di circa 25 000 lavoratori schiavi impiegati su un totale di 35 000, l'impianto Buna Werke non arrivò mai a nessuna quota di produzione. Era la più grande fabbrica chimica dell'epoca.

 

Il famoso libro "Se questo è un uomo" di Primo Levi, deportato italiano di origine ebraica, descrive le tragiche condizioni di vita degli internati a Monowitz.

Lo stesso Levi dovette probabilmente la propria salvezza alla propria laurea in chimica, che gli permise di essere assunto in qualità di "specialista" all'interno del complesso, riuscendo ad alleviare periodicamente così le terribili condizioni (acuite dal freddo inverno polacco) delle normali squadre di lavoro.

Rudolf Höss

Rudolf Höss, il comandante del campo di concentramento di Auschwitz, venne arrestato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e processato per i suoi crimini. Dopo essere stato condannato a morte per il suo ruolo nell'organizzazione dello sterminio di milioni di persone ad Auschwitz, fu giustiziato il 16 aprile 1947.

La sua esecuzione avvenne nel campo di concentramento di Auschwitz I, dove Höss stesso aveva orchestrato gran parte delle atrocità.

Fu impiccato vicino alla porta principale del campo, proprio nel luogo simbolico che aveva visto la sofferenza e la morte di milioni di persone.

Höss, durante il suo processo, confessò ampiamente la sua responsabilità nei crimini del campo, ed è ricordato come uno degli architetti principali dell'Olocausto.

Come raggiungere Auschwits da Cracovia

Molte agenzie turistiche a Cracovia offrono tour giornalieri che ti portano ad Auschwitz e Birkenau, inclusi i trasporti e la guida turistica.

Per la nostra prima visita abbiamo optato per una visita guidata, per vivere un'esperienza il più possibile completa ed organizzata.

La nostra guida era veramente preparata.

Come ho già detto, l'ingresso ai campi è completamente gratuito, pagherete quindi trasporto andata e ritorno e la guida.

 

La seconda volta siamo andati senza guida, in autonomia.

Questi i modi per raggiungere il sito da Cracovia:

TRENO

I treni partono dalla Stazione centrale di Cracovia ed arrivano alla Stazione di Oświęcim, con molta frequenza; la durata del viaggio è di circa 2 ore.

Dopo aver raggiunto Oświęcim, potete prendere un autobus o un taxi fino al campo di concentramento (a circa 2 km dalla stazione).

AUTOBUS

 

Ci sono autobus diretti da Cracovia, che impiegano circa 1,5 ore per arrivare ad Auschwitz.

Partono dal terminal bus di Cracovia, adiacente la Stazione Centrale, ed arrivano al parcheggio vicino all'ingresso del memoriale.

AUTO

 

Se preferite un'opzione più comoda, potete noleggiare un'auto.

Dovete prendere la strada S7 in direzione di Oświęcim. ed il viaggio in auto dura circa 1 ora e 30 minuti.

 

 

Auschwitz Memorial Museum 

Orari di apertura di Auschwitz

Quali sono gli orari di apertura di Auschwitz I e Auschwitz II-Birkenau?
Gli orari di apertura per entrambi i campi sono i seguenti:
Dicembre: 08:00 AM - 14:00 PM
Gennaio e novembre: 08:00 AM - 15:00 PM
Febbraio: 08:00 AM - 16:00 PM
Marzo, Ottobre: 08:00 AM - 17:00 PM
Aprile, maggio & settembre: 08:00 AM - 18:00 PM
Giugno, luglio e agosto: 08:00 AM - 19:00 PM

Giorni di chiusura:
Chiuso il 1 gennaio, il 25 dicembre e la domenica di Pasqua.

 

Quanto tempo ci vorrà per visitare Auschwitz?
La visita ad Auschwitz può richiedere un minimo di tre ore e mezza.

I visitatori possono rimanere nel sito 90 minuti dopo l'ultima ora di ingresso.

 

Come spostarsi da Auschwitz I ad Auschwitz Birkenau?

I due campi si trovano a circa 3 km di distanza l'uno dall'altro, quindi è possibile fare una passeggiata a piedi tra i due (circa 30–40 minuti).

Il percorso è ben segnalato e abbastanza semplice, quindi è una scelta comune per molti visitatori che vogliono esplorare a un ritmo più lento e riflettere sul significato dei luoghi.

Tenete presente, però, che l'organizzazione del museo offre un servizio navetta gratuito tra Auschwitz I e Auschwitz-Birkenau.

Questo autobus è disponibile regolarmente e vi consente di spostarvi comodamente tra i due campi in circa 5-10 minuti.

Il numero esatto dei sopravvissuti ad Auschwitz è difficile da determinare con precisione, ma si stima che su circa 1,3 milioni di persone deportate nel campo, circa 200.000 sopravvissero.

 

Oggi, i sopravvissuti di Auschwitz sono testimoni cruciali per raccontare le atrocità che vi furono commesse, affinché il mondo non dimentichi mai quello che è accaduto.

 

Per non dimenticare.

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Commenti

Cinzia
un mese fa

Quest' articolo è forse il primo e l unico immagino che accomunerà la tua esperienza a quella di tutti i viaggiatori come te che hanno capito l importanza di andarci e tornarci: può esistere un unico punto di vista.
Grazie anche questa volta vivi e spero lo leggano in tanti.